Categoria: Avvisi
Emanuela.Delforno2024-10-08T18:45:08+02:00
Un pensiero per l'inizio dell'anno scolastico
A poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico 2024/2025, il Coordinatore Didattico della nostra scuola ha voluto inviare ai genitori dei nostri alunni una lettera che racchiude riflessioni e ambizioni sul ruolo del nostro istituto e più in generale dell’educazione e dell’istruzione nella vita dei bambini e dei ragazzi che vediamo crescere ogni giorno dentro le nostre aule.
Pensando a quale augurio formulare per questo inizio di anno scolastico, mi è venuta in mente una pagina di una delle più grandi storie mai raccontate: l’Odissea.
Non è una delle più famose, ma ha un significato bellissimo ed è grazie a lei che voglio formulare il mio augurio a tutti coloro che sono parte della grande comunità dell’Istituto “Sant’Orsola”: anzitutto ai bambini ed ai ragazzi, ma poi anche al gruppo di insegnanti, al personale ed ai genitori.
Nel V libro dell’Odissea Omero ci fa conoscere Ulisse in una veste insolita: non è nei panni del guerriero, dell’ospite illustre, del sopravvissuto, del vendicatore spietato, ma in quelli umili di un falegname.
Già: Ulisse l’eroe falegname.
Ha in mano una scure ed un’ascia e con queste abbatte venti alti alberi per costruire una zattera.
Perché si impegna a fondo in questa impresa che apparentemente non ha nulla di eroico?
Sappiamo tutti dov’era diretto: nella sua terra, ad Itaca! Aveva passato ben sette anni dalla dea Calypso quando gli dei avevano deciso che fosse ora che ad Itaca tornasse davvero.
Fra parentesi, pur di trattenerlo con sé, Calypso aveva promesso a quest’uomo straordinario di cui era innamorata nientemeno che l’immortalità… ed Ulisse aveva rinunciato!
Torniamo al nostro eroe-falegname: Omero ce lo descrive con abbondanza di particolari, quasi ce lo fa vedere all’opera: leviga i tronchi, li trivella; li adatta tra loro, li connette per bene con chiodi di legno e completa lo scafo. Poi passa a costruire l’albero, il pennone, il timone ed infine si occupa della vela. Da ultimo lega bene i tiranti, le drizze e le scotte.
Dopo quattro giorni di duro lavoro, meticoloso, la zattera creata da Ulisse è pronta per affrontare il mare. È solida, è affidabile.
Ho pensato che questa immagine di un uomo che si costruisce la sua zattera, per coronare il suo sogno, a cui a breve affiderà anche la sua vita, sia un’immagine stupenda per rappresentare quello che fanno i nostri bambini ed i nostri ragazzi in questi anni ed in quelli che verranno: stanno costruendo - metaforicamente - la loro zattera, quella con cui affronteranno il mare aperto della loro vita.
È una zattera fatta non solo di saperi, ma di intelligenza emotiva, di capacità relazionali sane, di orientamenti etici autentici: scopo della formazione non è far crescere solo la testa, ma educare al bene tutta la persona.
A volte mi capita di chiedermi in quali mari navigheranno i nostri figli, quelli che ora stanno iniziando il loro percorso di crescita alle Elementari o che si sono affacciati sulla realtà della Secondaria. Sarà un mondo straordinariamente diverso dal nostro, dove tutto sarà molto più “veloce” - prevedono gli esperti - e l’interazione con le macchine intelligenti pervasiva; quello che non cambierà, però, sarà la sfida cui anche gli uomini e le donne del futuro saranno chiamati a rispondere, ovvero saper dare prima di tutto un senso alla propria vita, un senso buono e bello.
Istruire ed assicurare un benessere materiale non basta. Non è mai bastato e non basterà neppure nel mondo diversissimo dal nostro che si affaccerà fra 30/40 anni.
La Scuola Sant’Orsola la sua strada l’ha trovata e vuole continuare a percorrerla, con fedeltà e determinazione, resistendo - se è il caso - anche alle mode ed ai proclami di che crede di avere trovato ricette miracolose. È la strada di una formazione che potremmo umanistica, che non vuole essere cioè solo istruzione, ma educazione agli affetti, alla comprensione del sé, alla vita della ragione, alle scelte etiche.
Un’educazione che sappia trasmettere non solo le nozioni del “leggere”, “scrivere” e “far di conto”, ma che sappia accogliere ed accompagnare i bambini e trasmettere loro dei valori cristianamente ispirati.
Con questa differenza fondamentale rispetto ad Ulisse: l’eroe greco la sua zattera aveva saputo costruirsela da solo (evidentemente, però, perché qualcuno gliel’aveva insegnato); i nostri bambini ed i nostri ragazzi vanno aiutati.
Il compito è loro e solo loro rimane, perché nessuno può costruire la zattera per un altro.
È necessario però che ricevano istruzioni ed esempi, hanno bisogno di essere guidati e per questo ci sono in prima linea i genitori e gli insegnanti.
Anche loro, come Ulisse, non desiderano diventare immortali, ma persone che sanno quali mete meritino realmente di essere raggiunte nella loro vita e provviste degli strumenti necessari per farlo.
E allora buona zattera a tutti!
Non è una delle più famose, ma ha un significato bellissimo ed è grazie a lei che voglio formulare il mio augurio a tutti coloro che sono parte della grande comunità dell’Istituto “Sant’Orsola”: anzitutto ai bambini ed ai ragazzi, ma poi anche al gruppo di insegnanti, al personale ed ai genitori.
Nel V libro dell’Odissea Omero ci fa conoscere Ulisse in una veste insolita: non è nei panni del guerriero, dell’ospite illustre, del sopravvissuto, del vendicatore spietato, ma in quelli umili di un falegname.
Già: Ulisse l’eroe falegname.
Ha in mano una scure ed un’ascia e con queste abbatte venti alti alberi per costruire una zattera.
Perché si impegna a fondo in questa impresa che apparentemente non ha nulla di eroico?
Sappiamo tutti dov’era diretto: nella sua terra, ad Itaca! Aveva passato ben sette anni dalla dea Calypso quando gli dei avevano deciso che fosse ora che ad Itaca tornasse davvero.
Fra parentesi, pur di trattenerlo con sé, Calypso aveva promesso a quest’uomo straordinario di cui era innamorata nientemeno che l’immortalità… ed Ulisse aveva rinunciato!
Torniamo al nostro eroe-falegname: Omero ce lo descrive con abbondanza di particolari, quasi ce lo fa vedere all’opera: leviga i tronchi, li trivella; li adatta tra loro, li connette per bene con chiodi di legno e completa lo scafo. Poi passa a costruire l’albero, il pennone, il timone ed infine si occupa della vela. Da ultimo lega bene i tiranti, le drizze e le scotte.
Dopo quattro giorni di duro lavoro, meticoloso, la zattera creata da Ulisse è pronta per affrontare il mare. È solida, è affidabile.
Ho pensato che questa immagine di un uomo che si costruisce la sua zattera, per coronare il suo sogno, a cui a breve affiderà anche la sua vita, sia un’immagine stupenda per rappresentare quello che fanno i nostri bambini ed i nostri ragazzi in questi anni ed in quelli che verranno: stanno costruendo - metaforicamente - la loro zattera, quella con cui affronteranno il mare aperto della loro vita.
È una zattera fatta non solo di saperi, ma di intelligenza emotiva, di capacità relazionali sane, di orientamenti etici autentici: scopo della formazione non è far crescere solo la testa, ma educare al bene tutta la persona.
A volte mi capita di chiedermi in quali mari navigheranno i nostri figli, quelli che ora stanno iniziando il loro percorso di crescita alle Elementari o che si sono affacciati sulla realtà della Secondaria. Sarà un mondo straordinariamente diverso dal nostro, dove tutto sarà molto più “veloce” - prevedono gli esperti - e l’interazione con le macchine intelligenti pervasiva; quello che non cambierà, però, sarà la sfida cui anche gli uomini e le donne del futuro saranno chiamati a rispondere, ovvero saper dare prima di tutto un senso alla propria vita, un senso buono e bello.
Istruire ed assicurare un benessere materiale non basta. Non è mai bastato e non basterà neppure nel mondo diversissimo dal nostro che si affaccerà fra 30/40 anni.
La Scuola Sant’Orsola la sua strada l’ha trovata e vuole continuare a percorrerla, con fedeltà e determinazione, resistendo - se è il caso - anche alle mode ed ai proclami di che crede di avere trovato ricette miracolose. È la strada di una formazione che potremmo umanistica, che non vuole essere cioè solo istruzione, ma educazione agli affetti, alla comprensione del sé, alla vita della ragione, alle scelte etiche.
Un’educazione che sappia trasmettere non solo le nozioni del “leggere”, “scrivere” e “far di conto”, ma che sappia accogliere ed accompagnare i bambini e trasmettere loro dei valori cristianamente ispirati.
Con questa differenza fondamentale rispetto ad Ulisse: l’eroe greco la sua zattera aveva saputo costruirsela da solo (evidentemente, però, perché qualcuno gliel’aveva insegnato); i nostri bambini ed i nostri ragazzi vanno aiutati.
Il compito è loro e solo loro rimane, perché nessuno può costruire la zattera per un altro.
È necessario però che ricevano istruzioni ed esempi, hanno bisogno di essere guidati e per questo ci sono in prima linea i genitori e gli insegnanti.
Anche loro, come Ulisse, non desiderano diventare immortali, ma persone che sanno quali mete meritino realmente di essere raggiunte nella loro vita e provviste degli strumenti necessari per farlo.
E allora buona zattera a tutti!
Fabio Polledri
Coordinatore Didattico
Istituto Sant’Orsola Piacenza
Segreteria: 0523. 353632
Email: segreteria@istitutosantorsola.com
Via Campo della Fiera 8
29121 Piacenza
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